Le iniziative di Papa Francesco e il nuovo impegno della Santa Sede per il clima e l'ambiente
Camera dei Deputati, 23 aprile 2015
Intervento della Dott.ssa Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
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Ringrazio molto il Presidente Rutelli per l'invito a partecipare a questa Conferenza. Vorrei concentrare il mio breve intervento su tre punti: le motivazioni dell'interesse della Chiesa nel campo ambientale e climatico, l'impegno della Chiesa e l'impegno della Santa Sede, sempre in questo ambito.
Le motivazioni della Chiesa consistono essenzialmente nella difesa dei poveri, nell'importanza che essa attribuisce al rispetto del principio di responsabilità e all'esercizio della virtù della prudenza.
Difesa dei poveri
Tutto ciò che ha a che vedere con l'essere umano, tutto ciò che interagisce con il suo benessere, benessere fisico oltre a quello spirituale, è interesse primario della Chiesa, che Papa Paolo VI definiva "esperta in umanità".
Questo interesse è ancora più forte quando si tratta di difendere le persone che non possono farlo da sole. In modo particolare, anche nel caso della problematica ambientale e climatica, i poveri e le generazioni future. A proposito dei poveri e in ossequio alla concretezza cui ci invita Papa Francesco, vorrei citare il Rappresentante Pontificio a Ginevra nel corso del suo intervento in occasione del 25° anniversario del Protocollo di Montreal per la protezione della fascia di ozono. Infatti, Mons. Tomasi portava l’esempio dell'aumento dei casi di cataratte come conseguenza dell'aumento delle radiazioni ultraviolette. Un conto è dover porre rimedio a questa malattia nei Paesi ricchi - e oggi non è così scontato che lo si possa fare facilmente neanche per tutti gli abitanti di questi Paesi - e un conto è doverlo fare nei Paesi in via di sviluppo dove il settore sanitario ha le carenze che tutti conosciamo[1]. A proposito, sempre, di chi ha difficoltà a far sentire le proprie ragioni, Papa Francesco nel Messaggio alla Conferenza di Lima del dicembre scorso, portava il caso dei piccoli Stati insulari del Pacifico, ai quali poco si pensa e sui quali il cambiamento del clima, con l'innalzamento del livello del mare, ha conseguenze tanto gravi da produrre migrazioni forzate della popolazione.
Rispetto del principio di responsabilità
Riguardo alla questione ambientale e climatica, entra in gioco il principio morale della responsabilità. Responsabilità di proteggere il nostro pianeta e la famiglia umana e di valorizzare il creato per il bene della generazione presente ma anche di quella futura. Trattandosi di beni comuni globali, la responsabilità è collettiva, comune, degli Stati[2].
Tale responsabilità investe pure gli Stati del dovere di rispettare gli impegni già presi anche in questo campo e di usare delle basi tecnologiche e operative già esistenti[3].
Il principio di responsabilità spinge, inoltre, a superare l'inerzia seguendo l'imperativo etico ad agire e a farlo con urgenza[4].
L'esercizio della virtù della prudenza
Nella questione ambientale e climatica, oltre al principio morale di responsabilità entra in gioco la virtù della prudenza, la "nocchiera delle virtù" secondo la definizione di San Tommaso. Tale virtù richiede di ben deliberare in funzione di un'accurata analisi degli impatti futuri che comportano le nostre azioni. A tale proposito, la Chiesa ricorda che "il dono della scienza ci aiuta a non cadere in alcuni atteggiamenti eccessivi o sbagliati", primo fra tutti il rischio di considerarci padroni del creato[5].
La virtù della prudenza spinge anche la Chiesa a raccomandare che la valorizzazione dell'ecologia ambientale non venga realizzata a scapito dell'ecologia umana.
L'impegno della Chiesa: educazione e nuovi stili di vita
Educazione
La Chiesa con le sue istituzioni presta particolare attenzione alla promozione di un’educazione alla responsabilità ambientale, in un modo volto a salvaguardare anche le condizioni morali per un’autentica ecologia umana. In tutto il mondo, numerose istituzioni educative cattoliche sono impegnate a promuovere questo modello educativo. Inoltre, le Conferenze episcopali, le diocesi, le parrocchie e le Ong confessionali si dedicano da diversi anni a promuovere e a gestire programmi ecologici.
A questo proposito vorrei segnalare il lancio, nel mese di marzo scorso, dell'iniziativa della Chiesa che è nelle regioni amazzoniche denominata REPAM (Red eclesial panamazónica), lancio che il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha contribuito ad realizzare.
Nuovi stili di vita
L'invito all'adozione di nuovi stili di vita e ad una vita sobria, non cessano, inoltre, di essere raccomandati dal Magistero pontificio[6], come pure dagli interventi della Santa Sede in occasione di conferenze internazionali. Occorre, lo ricordava il Segretario di Stato nel settembre scorso a New York, una vera "svolta culturale" che fortifichi gli sforzi formativi specie nei confronti dei giovani[7].
L'impegno della Santa Sede
Massimo livello
Il livello dell'impegno della Santa Sede in questo campo, riflette quello della Chiesa ed è testimoniato dal fatto che gli interventi in ambito internazionale sono, per così dire, al massimo livello. Gli ultimi esempi: il Messaggio personale del Santo Padre al Presidente della Conferenza di Lima, la presenza del Segretario di Stato stesso al Vertice di New York del 23 settembre 2014.
Governance adeguata
Questo impegno della Santa Sede al livello internazionale mira anche a favorire un meccanismo di governance veramente efficace che si ispiri al principio di sussidiarietà.
Città del Vaticano
Per quanto riguarda lo Stato della Città del Vaticano, come ricordava il Segretario di Stato sempre a New York: "per quanto piccolo, sta compiendo sforzi significativi per ridurre il suo consumo di combustibili fossili, realizzando progetti di diversificazione e di efficienza energetica"[8].
In fieri
Martedì 28 aprile, presso la Pontificia Accademia delle Scienze, si terrà un Incontro inter-religioso sulle Dimensioni morali del cambiamento climatico e l’umanità sostenibile.
Data incerta, invece per l’enciclica sull’ambiente che Papa Francesco ha già più volte annunciato che, però, è una ulteriore testimonianza dell’impegno della Chiesa e della Santa sede rispetto alla questione ambientale e climatica.
Iniziative del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace
A livello certamente inferiore, ma che mi corre l'obbligo di citare, l’impegno del Dicastero che rappresento e che si è anche concretizzato in una trilogia di pubblicazioni su temi inerenti la questione ambientale. L’ultima, appena uscita, intitolata Terra e cibo fa seguito a due precedenti su temi correlati, Energia, Giustizia e Pace, pubblicata nel 2013 e Acqua, un elemento essenziale per la vita del 2012.
[1] cfr. a questo proposito l'Intervento al Segmento di Alto Livello della 24.a Conferenza degli Stati Parte al Protocollo di Montreal per la Protezione della Fascia di Ozono Stratosferico, 12 novembre 2012.
[2] cfr. Messaggio di Papa Francesco in occasione della 20.a Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, Lima, 1-12 dicembre 2014 e Intervento del Segretario di Stato, Card. Parolin al Vertice ONU sul Clima, New York, 23 settembre 2014.
[4] cfr. Messaggio di Papa Francesco, op. cit.
[5] cfr. Papa Francesco, Udienza del mercoledì 21 maggio 2014.
[6] cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 52 e Intervento del Segretario di Stato, op. cit.